Pisa, anno zero.
“Non sempre i ribelli possono cambiare il mondo. Ma mai il mondo potrà cambiare i ribelli”.
In città c'è un cumulo di macerie, di alienazione e di nulla.
Nelle piazze e nelle vie di Pisa, infatti, padroneggia l'idea dell'appiattimento al pensiero unico. Ovunque si vedono finti compagneros e apparenti disobbedienti con cognomi da figli di papà.
Nelle scuole e nelle università certi professoroni continuano a essere i promotori di lugubri indottrinamenti stantii e svuotati dal coraggio di schierarsi contro.
All'ordine del giorno appaiono sempre l' omologazione e l'asservimento allo status quo: i baroni non si toccano, comandano. Sono anni che a Pisa funziona così. Decenni.
Allo stesso modo si possono vedere ragazzi che non hanno niente da dire.
Spenti e azzerati. Loro se ne fregano allegramente di tutto quello che li circonda, tranne “dell'ultimo cellulare uscito da poco che me lo vorrei proprio comprare...” o delle griffes. Mangiano al Mc perchè è buono e poi “chissenefrega se fa male, a me piace!”. Tautologici nella loro apatia a vivere e vestiti di marche e di firme, sono la copia chic di quei figli di papà che giocano a fare i disobbedienti: privi di personalità e di identità, infatti, sono tutti ugualmente al servizio del pensiero unico.
Entrambi stanno ben attenti a non sconvolgere lo status quo: sono le pedine dell'imperialismo culturale e della massificazione. Inchiodati alla monotonia e asfissiati dall'omologazione, sono un'immagine triste e avvilente.
Abbattiamo la prigione della noia, della monotonia e dell'omologazione.
Ronin è nato per rovesciare l'apatia. Per fare capire che un altro modo di esistere è possibile! É l'anno zero, l'anno in cui si riparte: chi vuole seguirci si prepari!
Ronin Pisa
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