di Emma Moriconi (Il Giornale d'Italia)
"Per chi vorrà ricordare Francesco a 36 anni dal suo assassinio gli appuntamenti sono i seguenti: Lunedì 15 giugno, ore 23,30, concentramento, inquadramento, saluto e avvio della veglia che avrà luogo sino alle 06,00. Martedì 16: il Presente al Camerata Francesco Cecchin sarà chiamato, ora prevista, alle 18,30. Onore a Francesco Cecchin". Queste brevi righe riepilogano il ricordo annuale dedicato al giovane Francesco Cecchin, assassinato trentasei anni fa a via Montebuono, una traversa di Piazza Vescovio. Campeggiano, queste poche righe, su un gruppo Facebook dedicato al ricordo di Francesco: "Piazza Vescovio e la sua gente per Francesco Cecchin, si chiama, ed è composto da un nucleo di persone che da anni si battono per mantenere vivo il suo ricordo. È grazie a loro se oggi piazza Vescovio a Roma ha un giardino intitolato al giovane martire di quegli anni maledetti.
Un gruppo in cui il ricordo di Francesco è vivo tutto l'anno, e non solo in questa data di commemorazione. Molti i pensieri che ogni giorno affollano quella bacheca, eccone alcuni: "36 anni mai sfiorati dall'oblio...36 anni di veglie e Presente!... 36 anni e siamo ancora qui, ancora con te... Per Francesco, con Francesco". Stasera... 36 anni fa... le iene che agiscono nell'ombra... Oggi... 36 anni dopo... nessuna giustizia, nessun colpevole... Chi dimentica è complice. Francesco vive!!"
I ragazzi quel giardino lo tengono in ordine, in memoria di Francesco. Raccolgono cartacce e rifiuti, controllano che tutto sia in regola. È un atto d'amore quotidiano, perché Francesco amava il suo quartiere, perche Francesco "era primavera, Francesco era libertà". I ragazzi periodicamente si riuniscono anche per andare sulla sua tomba a Nusco, trentasei anni dopo: le persone muoiono, l'amore no. Quei ragazzi di piazza Vescovio ci hanno messo quattro anni a raggiungere il traguardo di quel giardino e di quella stele, venne inaugurata nel giugno del 2011.
"Non solo il 16 giugno, ma ogni giorno dell'anno... Per Francesco, con Francesco" scrive qualcuno, e posta la foto di uno striscione con su scritto "Francesco vive".
Poi ci sono i ricordi per tutti, per quegli altri giovani che sono morti in quegli anni maledetti. Su quella pagina di Facebook c'è un pensiero per ciascuno di loro, nessuno viene dimenticato. È la pagina di Francesco, ma il ricordo è per tutti. E sono tanti, troppi. Sono morti per un'Idea, sono giovani vite innocenti spezzate da un odio cieco.
Piazza Vescovio e quella raggiera di vie che da essa si diramano è un simbolo di amore e di lotta, e purtroppo anche di morte e di dolore. Se si svolta l'angolo di via Montebuono e si percorrono pochi passi sulla sinistra quel cancello è sempre lì. A volte è chiuso, e allora si può pregare in strada e lasciare un pensiero o un fiore. Qualche volta è aperto, perché lì ci vivono famiglie, persone, la vita continua, e allora si può oltrepassare e si può giungere a quel muretto e guardare giù, dove venne scaraventato Francesco dopo quel pestaggio che lo avrebbe ucciso di lì a qualche giorno. Guardare giù fa gelare il cuore. Ma poi basta guardare su, verso il cielo, da dove lui ci guarda e ci sorride da trentasei anni.
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