di Igor Traboni (Il Giornale d'Italia)
La prima prova di italiano non la superano certo i soloni del Ministero della Pubblica Istruzione che, nel proporre le tracce ai ragazzi della maturità 2015, si sono ancora una volta piegati al ‘politicamente corretto’.
Le tracce più ‘importanti’ hanno quello che sembra un timbro governativo (tra il radical-chic dei giorni nostri e il ’68 che è sempre vivo e lotta insieme a loro) e che si vede per benino anche a cento miglia di distanza: la solita resistenza, Calvino e un libro del ’47 con tanto di sfondo dell’8 settembre e i partigiani, gli immigrati in mezzo al mare e via di questo passo.
La traccia storica, ad esempio, è basata su un testamento spirituale scritto da un ufficiale dell'esercito – Dardano Fenulli - che dopo l'otto settembre del 1943 partecipò attivamente alla Resistenza e per questo venne condannato a morte. Nel documento proposto Fenulli insiste sulla continuità tra gli ideali risorgimentali e patriottici e la scelta di schierarsi contro l'occupazione nazista.
Questo il testo: “Le nuove generazioni dovranno provare per l’Italia il sentimento che i nostri grandi del risorgimento avrebbero voluto rimanesse a noi ignoto nell’avvenire: «il sentimento dell’amore doloroso, appassionato e geloso con cui si ama una patria caduta e schiava, che oramai più non esiste fuorché nel culto segreto del cuore e in un’invincibile speranza». A questo ci ha portato la situazione presente della guerra disastrosa. Si ridesta così il sogno avveratosi ed ora svanito: ci auguriamo di veder l’Italia potente senza minaccia, ricca senza corruttela, primeggiante, come già prima, nelle scienze e nelle arti, in ogni operosità civile, sicura e feconda di ogni bene nella sua vita nazionale rinnovellata. Iddio voglia che questo sogno si avveri”.
E Matteo Renzi subito a cinguettare su twitter: «Calvino, Resistenza, Malala, Mediterraneo. Sono curioso di leggere i commenti dei ragazzi quando usciranno da #maturita2015».
Poi, l’analisi del testo, con lo scontatissimo Italo Calvino. La traccia è un estratto di "Il sentiero dei nidi di ragno", il romanzo del ’47 (neanche dopo la letteratura italiana non avesse prodotto più nulla…) che ha protagonista un orfano che vive i fatti accaduti in Italia dopo l'8 settembre 1943.
La riflessione sul diritto all'istruzione è invece la traccia del tema di ordine generale. I maturandi devono sviluppare la traccia partendo da una di Malala Yousafzai, attivista pachistana e più giovane vincitrice del premio Nobel per la pace: "Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo".
La letteratura come esperienza di vita è la traccia proposta per il saggio breve o articolo di giornale in ambito artistico-letterario. Nei materiali allegati per la prova ci sono versi tratti dal canto V dell'Inferno di Dante (immancabile omaggio a Roberto Benigni più che all’Alighieri, insomma) e le immagini di Hopper, di Matisse e di Van Gogh. Per il saggio breve o articolo di giornale di ambito storico-politico viene chiesto agli studenti di sviluppare la traccia: "Il Mediterraneo, atlante geopolitico d'Europa e specchio di civiltà". I fatti di Ventimiglia, evidentemente, non hanno fatto in tempo ad inserirli, ma è fin troppo facile prevedere che molti ragazzi si butteranno su questo.
Nessuno scatta di fantasia neppure per l'ambito socio-economico (la traccia proposta è "Le sfide del XXI secolo e le competenze del cittadino nella vita economica e sociale") e per il saggio breve o articolo di giornale di ambito tecnico scientifico ("Lo sviluppo scientifico e tecnologico dell'elettronica e dell'informatica ha trasformato il mondo della comunicazione che oggi è dominato dalla connettività. Questi rapidi e profondi mutamenti offrono vaste opportunità ma suscitano anche riflessioni critiche".)
Nessun commento:
Posta un commento