mercoledì 17 dicembre 2014
Benigni, l’idolo di tutti…
di Pietrangelo Buttafuoco
Grande successo dei Dieci Comandamenti nelle mani di Benigni, ieri, su Rai1. Un capolavoro di gnagna che può riassumersi nell’unico comandamento, fondante nella sua carriera, e a lui più caro, rileggetelo: “Se nasce un mongoloide è una cosa molto trista, ma la cosa più schifosa è se nasce un fascista. Maledetta l’ora, il giorno e il secondo in cui due merdaioli ti misero al mondo. Maledetta l’ora, il giorno e l’annata che la tu’ mamma ti dette la su’ prima poppata. Maledetta la tu’ razza, maledetta la tu’ gente, maledetto il giorno che ti nacque il primo dente. (…). Se dovessi maleditti non saprei come finilla, maledetto sia quel giorno che ti fecero balilla. S’aprisse la porta senza tu te ne sia accorto, entrassero le mogli di ogni partigiano morto, poi t’aprissero la bocca e da maggio a carnevale, ti facessero bere il marchese accanto all’Internazionale. Poi arrivasse Terracini, Pajetta, Longo e Ingrao, ti cacassero sugli occhi mentre cantano Bella Ciao. Alla fine vanno via, finalmente sei contento, ma ti piscia addosso Lama mentre canta Fischia il vento. Ti venisse un accidente, ti tagliassero i bracci, e dopo avetteli tagliati ti tagliassero le gambe perché s’erano sbagliati. Ti venisse un colpo, ti venisse un ascesso, ti scoppiassero in culo tutte le bombe che tu hai messo. Vo’ pensate a il potere, vo’ pensate ai quattrini, ti porto la maledizione di Roberto Rossellini”. Ecco, parole e miasmi di Benigni Roberto, l’idolo di tutti.
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