tratto da Barbadillo.it
Francesco Ciavatta soccorso dopo esser stato colpito dal commando terrorista (foto da La Stampa dell’8 gennaio 1978)
(Pubblichiamo
l’articolo uscito su La Stampa dell’8 gennaio 1978: la lettura consente
di ricostruire – stante alcune inesattezze – il clima di repressione
intorno alla comunità missina nonché i primi riscontri degli
investigatori che descrissero, grazie ai testimoni, l’operazione di un
commando con cinque-sette terroristi a volto scoperto. Mai individuati.
Acca Larenzia resta un buco nero e una vergogna nazionale, una strage
che reclama ancora giustizia).
Due missini uccisi da terroristi gravi scontri, sparatorie a Roma
Le due vittime
erano appena uscite da una sezione del partito al Tuscolano – Un
“commando” ha fatto fuoco a raffica – Ferito un terzo giovane – Nei
disordini un altro missino, che stava sparando, è stato colpito alla
fronte da un carabiniere Riflettano i politici
Roma, 7 gennaio
1978. Ancora due nomi sono andati ad allungare la lista delle vittime
del terrorismo politico: Franco Bigonzetti, di 20 anni, e Francesco
Ciavatta, di 19, missini, sono stati uccisi da numerosi colpi d’arma da
fuoco che li hanno colpiti alla testa e al torace mentre insieme con un
terzo giovane (Vincenzo Fignari, di 18 anni, rimasto ferito) uscivano
dalla sezione del msi di via Acca Larenzia al quartiere Tuscolano. alla
periferia della città. A sparare, secondo le prime testimonianze,
sarebbe stato un «commando» di cinque giovani tra cui una ragazza. Gli
agenti dell’ufficio politico hanno raccolto sul luogo dell’attentato una
dozzina di bossoli calibro 7,65.
Non era trascorsa
neanche un’ora dal grave episodio di violenza politica che nuovi
disordini sono scoppiati nella zona:Carlo Ceccherini, un giornalista del
Tg 1 è rimasto ferito mentre la troupe televisiva tentava di riprendere
alcune immagini della sezione e del luogo dove erano caduti i giovani
colpiti. Cinquecento missini si erano radunati nelle vicinanze ed alcuni
di loro hanno aggredito il giornalista. Ne sono nati scontri; una
quarantina di giovani ha ingaggiato una vera e propria guerriglia con un
reparto di carabinieri. Sono stati sparati candelotti lacrimogeni,
l’atmosfera si è surriscaldata e, mentre il capo dell’ufficio politico,
Spinella, cercava di trattenere i missini e li esortava a disperdersi,
uno dei manifestanti ha estratto la pistola ed ha sparato contro i
militari.
L’ufficiale che
comandava il reparto ha risposto esplodendo alcuni colpi in aria e
carabinieri hanno reagito sparando e colpendo il missino Stefano
Recchioni, che è stato raggiunto alla fronte. Il giovane è stato
trasportato all’ospedale e le sue condizioni sono giudicate gravi.
La polizia sta
tentando una prima ricostruzione dell’episodio. Sembra che i tre giovani
missini avessero partecipato a una riunione nella sede del loro
partito. Appena finita, i tre erano usciti insieme sulla strada; erano
circa le 18,30. A questo punto — secondo quanto riferiscono alcuni
testimoni che si trovavano in quel momento nei negozi adiacenti —sono
arrivati di corsa i cinque giovani componenti il « commando » e hanno
sparato numerosi colpi a raffica in direzione dei tre, riuscendo poi a
fuggire a piedi nelle vie adiacenti. Via Acca Larenzia è una strada
larga che congiunge due vialoni adiacenti formando una specie di grosso
cortile tra gli altissimi caseggiati: quando i tre missini insieme con
altri giovani sono usciti dalla sezione c’erano vari passanti; numerose
persone dalle loro abitazioni hanno udito i colpi d’arma da fuoco;
alcune si sono affacciate e hanno visto gli attentatori fuggire a piedi.
Franco Bigonzetti è
stato colpito alla testa: un proiettile gli è entrato dall’occhio
destro ed è uscito dall’orecchio sinistro. Raggiunto da un secondo
proiettile all’addome e da un terzo al torace i caduto fulminato.
Francesco Ciavatta e Vincenzo Fignari hanno cercato scampo nelle strade
adiacenti; mentre il secondo veniva raggiunto al braccio destro,
Francesco Ciavatta era colpito al petto e si accasciava al suolo dopo
pochi passi. L’ambulanza giunta pochi minuti dopo ha trasportato i due
giovani all’ospedale San Giovanni, ma nella sala operatoria Francesco
Ciavatta è morto dopo pochi minuti. In via Acca Larenzia sono arrivati
gli agenti dell’ufficio politico, i carabinieri e gli uomini dei servizi
di sicurezza. Immediatamente è stata fatta una lista di testimoni
oculari e sono iniziati gli interrogatori.
Numerose persone
concordano sul numero degli attentatori, da cinque a sette e tutti a
volto scoperto, così come si trovano d’accordo nell’affermare che anche
una donna armata faceva parte del «commando» terrorista. Il duplice
omicidio ha destato sdegno e commozione nel quartiere, una zona popolare
purtroppo abituata ad assistere ad episodi di violenza politica: dalle
sezioni missine del Tuscolano sono partite spesso numerose squadre
contro studenti di sinistra e spesso si erano avute ritorsioni, ma mai
fino ad ora c’era stato un omicidio compiuto da un vero e proprio
«commando», che ha agito con freddezza e a volto scoperto.
Un comunicato
emesso dal presidente del msi-dn, Romualdi attribuisce al «clima di odio
e di delinquenza» creato «in parte dalla bestiale propaganda politica
che tutti i partiti del cosiddetto arco costituzionale» avrebbero
condotto contro il msi, quanto è avvenuto.
(articolo di Silvana Mazzocchi)
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