tratto da Destra.it
Un sondaggio IFOP per l’Humanité, lo storico organo del partico comunista francese, ha evidenziato con crudele freddezza l’avanzata del Front National nella — un tempo mitica e impermeabile ad ogni suggestione nazionalista — classe operaia. Con amarezza i sindacati hanno dovuto ammettere che il messaggio di Marine Le Pen ha attraversato e entusiasmato larga parte del mondo delle grandi fabbriche, il nucleo centrale del blocco sociale della sinistra.
L’indagine dell’Humà rivela che il 33 per cento dei simpatizzanti di Force ouvrière hanno barrato sulla scheda la fiamma; stessa storia per Sud-Solidaires, abbandonata dal 27% dei suoi tesserati. Nelle fila della CGT— il mitico sindacato comunista ortodosso, tanto amato un tempo da Sartre e dalla rive gauche, il FN è secondo con il 22 per cento, superato soltanto dagli estremisti del Front de gauche (30%). Pascal Debay, capofila della CGT, ha ammesso mestamente che il risultato del Front «n’est une surprise». Contento lui…
L‘Humanité chiude il suo allarmato ma onesto reportage, facendo due somme. Calcolando le proiezioni degli istituti di sondaggio, il quotidiano del PCF calcola attorno (o più) al 40 per cento (46 per l’IFOP, 43 per IPOS) gli operai che hanno votato Front National. Dati pesanti che impongono alla sinistra francese (e non solo) una riflessione. Marine Le Pen è riuscita a “sfondare a sinistra” e convincere i ceti più fragili — coinvolgendo, come notava “La Stampa” sabato scorso, anche i francesi di “seconda generazione”, ovvero gli immigrati integrati — del suo messaggio sociale e nazionale.
Bene. Complimenti alla signora e ai militanti del FN. Un’ultima annotazione: ricordiamo, per la cronaca e agli immemori, che 30 anni fa le avanguardie della destra italiana avevano iniziato ad immaginare avevano immaginato un progetto politico similare. I tempi e gli uomini non erano maturi o pronti ma la direzione era corretta.
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