di Gabriele Adinolfi
PARTIAMO DALL'AZIONE IN SE STESSA
Distinguiamo le vittime
Il commando che ha colpito a Parigi ha fatto dodici morti.
Uno di questi, Frédéric Boisseau, uomo delle pulizie, è una vittima innocente, altri due, Franck Brinsolaro e Ahmed Merabet, erano agenti in servizio, caduti nell'adempimento del dovere. Gli altri nove erano giornalisti di Charlie Hebdo ed erano tutti obiettivi scelti non a caso. Parlare di loro nove come di vittime innocenti è a dir poco fuorviante.
Cosa facevano i giornalisti?
Erano satirici provvisti di un talento che si smarriva sovente in cattivo gusto e in insolenza.
Le vignette dissacranti nei confronti di Maometto e dell'Islam hanno scatenato una reazione forte.
Di certo nessuno se l'immaginava così forte ma è pur vero che insultare i sentimenti e il credo della gente non è consigliabile e neppure elegante. La reazione è stata musulmana ma avrebbe potuto benissimo essere cristiana visto che avevano irriso anche il cristianesimo fino a fare una vignetta in cui Gesù sulla croce si fa sodomizzare e gode.
Un assalto alla libertà?
Hollande ne ha fatto degli “eroi” (semmai avrebbe dovuto usare il termine di martiri ma ormai neppure il Presidente conosce il francese), in quanto caduti per la libertà d'espressione.
Quanto a questa libertà d'espressione sia consentito bestemmiare le credenze degli altri non è dato sapere. Quel che sappiamo di certo è che tale libertà non esiste. Hollande ha impedito più di uno spettacolo di Dieudonné, Faurisson è stato perseguitato per decenni, diversi autori e diverse opere sono all'indice con divieto di stampa e di diffusione: in nome di quale libertà parla Hollande? E in cosa i suoi “eroi” si sono contraddistinti quando si trattava di difendere la libertà altrui? Nel negarla anch'essi.
PASSIAMO AL PERICOLO DEL TERRORISMO ISLAMICO IN FRANCIA
E' un attacco musulmano alla Francia?
Obiettivamente, se ci si attiene soltanto a quanto è accaduto a Charlie Hebdo, la risposta seria è no.
Lo diventerà?
Probabilmente sì. Perché se il commando, composto da gente professionista e formidabile, verosimilmente già in procinto di riparare tra l'Iraq e la Siria dopo esser transitata per una frontiera (italiana, spagnola o belga) non colpirà di nuovo, c'è però da prevedere il fenomeno di emulazione che s'incendierà nelle banlieues laddove il fondamentalismo idiota (esattamente lo stesso dei teocon) si sposerà con lo sbando sociale e psicologico e c'è quindi il forte rischio che vengano commessi attentati alla cieca nel nome di Allah.
Chi fa parte del commando?
Com'era evidente fin dal primo secondo, i colpevoli indicati in fretta e furia dalla Polizia per trarsi d'impaccio non sono quelli veri. Che si tratti però di gente andata a combattere in Siria e che si è fatta un mestiere delle armi contro l'esercito legittimo e ordinato di Damasco è più che plausibile.*
I francesi hanno giocato agli apprendisti stregoni facilitando la formazione di brigate djihadiste con centinaia e centinaia di banlieusards. I sopravvissuti sono macchine da guerra, fanatici e freddi, sono pericolosissimi.
Chi ha interesse a che prenda la maionese?
Ovvero chi gioca con il fuoco? Di sicuro le Istituzioni che stanno eccitando da qualche mese, quasi reclamando a gran voce una strategia della tensione che consenta di distrarre la pubblica opinione dalla bancarotta sociale, economica e politica dell'Eliseo e di Matignon. Ma poi il nemico/amico inglese che con lo djihadismo ha relazioni molto particolari e che già lo ha utilizzato venti anni orsono, di strage islamica in strage islamica, tutte coordinate da Manchester, per costringere Chirac ad abbandonare le mire francesi nel Pacifico.
Possiamo quindi dire che, al di là dell'autenticità – magari favorita e indotta dall'alto – di azioni terroristiche, queste sono al contempo utili all'establishment e deleterie per esso.
Obiettivo l'asse renano
Insieme alla logica oligarchica del terrore diffuso (che è quella che piace all'establishment) entrano in gioco le guerre per procura. Oggi infuriano per sventare ogni riproposizione dell'asse Parigi-Berlino-Mosca e soprattutto per impedire alla Germania di guidare l'Europa al di fuori della subordinazione Wasp e del contenimento asiatico.
Attaccata pesantemente in Ucraìna, la Germania è riuscita diplomaticamente a parare il colpo, a respingere gli assalti inglesi e a ricucire sotto traccia con la Russia. Ora, con gli accordi con Tsipras, sembra destinata a rafforzarsi anche in Grecia. L'Inghilterra non ci sta e cosa di meglio se non portare la tensione in casa tedesca con l'anti-islamismo pro-israeliano e poi in Francia per indebolirla e per allontanarla da Berlino?
Per tutte queste ragioni c'è da temere seriamente un'escalation.
PER GLI IMPAZIENTI, I MIOPI, I FURBI E I MALATI MENTALI
Il vantaggio del Front National
Di sicuro quanto accaduto porta acqua al partito lepenista. Il fatto che Marine venga ricevuta all'Eliseo da Hollande significa sdoganamento e l'avvio di una partita – tra socialisti e destra – per vedere chi potrà meglio utilizzarla contro l'avversario. Questo può consentire a un partito, oggettivamente impreparato, di avvicinarsi al sottopotere. Opportunisticamente e tatticamente parlando l'Fn non può che esultare. Tuttavia è un percorso minato che viene approntato per esso. Stavolta Marine, almeno a giudicare dalla prima dichiarazione che metteva l'accento sull'impreparazione dell'intelligence francese, sembra essersi resa conto del rischio che corre, non solo di venire strumentalizzata ma anche di essere trascinata in una strategia della tensione etnoreligiosa a tutto vantaggio di alti pupari. E sembra, per ora, volersi sottrarre a questa trappola.
Il doppio estremismo teocon
Le formazioni djihadiste per quasi trent'anni sono state formate, armate, incubate, sostenute dal Pentagono, dai servizi inglesi, da quelli israeliani oltre che dalle petromonarchie.
Gli djihadisti hanno preso il posto del terrorismo comunista e trozkista e sono manipolati dalla Cia o, comunque, da Big Brother.
Una quindicina d'anni fa quando il Pentagono ha lanciato lo “scontro di civiltà” ha fatto affidamento sulla psicopatia che, in società discentrate e corrotte, non poteva mancare. Questo ha prodotto i contrapposti fondamentalismi. In cui quello cristiano è comunque perdente rispetto a quello islamico in quanto quest'ultimo è fanatico mentre il primo si vuole furbetto. Gli islamici poi fanno mentre i cristiani integralisti aspettano la Provvidenza oppure agiscono da isolati: dei disturbati lone wolfs
Djihad e anti-islamismo
Chi ha prodotto lo djihadismo ha anche caldeggiato la nascita dell'anti-islamismo che è un'autentica coglioneria. Sostenere che l'Islam sia pericoloso in sé per le sue mire vale quanto sostenere che lo sono il cristianesimo e l'ebraismo. In Siria, in Iraq, in Libia, in Egitto sono quasi sempre dei musulmani che si contrappongono agli djihadisti. Musulmani furono o sono dei campioni della libertà – e del dialogo con noi europei – come Arafat. Massoud, Saddam, Assad.
L'Islam non ha prodotto l'immigrazione (semmai è accaduto l'inverso) e l'immigrazione musulmana non è più numerosa, più pericolosa, più insidiosa di altre che sono buddiste, animiste, induiste e cristiane. I nigeriani, che rappresentano la comunità immigrata probabilmente più problematica sono in maggioranza cristiani. L'anti-islamismo è persino più imbecille dell'anticomunismo trinariciuto. E' proprio tramite la collaborazione con le forze socialnazionali arabe che si esce dal cul de sac. In quanto all'immigrazione il problema non è religioso, è ben più profondo ed è la ragione per la quale ci si deve battere per lo Ius Sanguinis. I minareti valgono le sinagoghe e Charle Hebdo non è di certo qualcosa di meglio da vantare come simbolo.
C'E' QUALCOSA DA DIFENDERE?
Per esempio il Presepe o il menu alla mensa scolastica
Non se ne può più. In ogni caso sono tradizioni nostre, anche per chi non si senta cristiano (il presepe d'altronde è rappresentazione mithraica se proprio vogliamo essere rigorosi). L'immaginario, il rituale, il cerimoniale fanno Cultura e dunque Civiltà e non possono essere rimossi. Ma Gesù per i musulmani è un profeta: infatti raramente sono loro a chiedere che venga ignorato: a farlo sono quasi sempre i dementi dis/educatori progressisti (gente alla Charlie Hebdo) che con la scusa dell'altrui sensibilità danno altri colpi di piccone alle nostre fondamenta.
Lo djihadismo può prendere piede in Europa
Alto è il rischio ed esattamente come negli anni sessanta e settanta altro era non cadere nella logica idiota e servile dell'anticomunismo liberista e altro era invece ignorare l'offensiva terroristica e culturicida, nel caso il djihadismo prendesse piede esso andrebbe combattuto (anche se so benissimo che di tutti quelli che oggi fanno gli anti-islamici non si schiererà neppure l'uno per cento...). Ma andrebbe combattuto senza dimenticarne le cause e gli alleati. Anche quelli rimasti vittime di quanto hanno avevano seminato, come i giornalisti di Charle Hebdo e i loro simili e compari. E andrebbe combattuto con alleati islamici socialnazionali, non di certo sperando che il Vaticano, che con Migrantes fa – esattamente come fece per decenni in Francia – da ponte per l'immigrazione e per il disagio che poi esploderà.
Nessun opposto estremismo, nessun dualismo, nessun piagnisteo apocalittico, sono necessarie coscienza, volontà di potenza e virilità!
Una volta ancora: servono timonieri lucidi, con la bussola e con il polso giusto. Vedremo se la tensione quantomeno li selezionerà.
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