Anche quest'anno, come ogni 25 aprile, Casaggì era al sacrario dei
caduti della Rsi di Trespiano. Con noi tante persone: cittadini,
militanti, reduci e tantissimi giovani in una compostezza unica. Un
fiume composto di persone in fila, in silenzio, con un mazzo di fiori o
una rosa in mano, con in testa un tricolore e nel cuore la certezza che
quei caduti, così bistrattati da quel mondo vile e infame che è il
prodotto della loro sconfitta, non hanno combattuto invano.
Si ringraziano i presenti, poi prende la parola Corrado, un Uomo che
scelse di partire volontario nelle Fiamme Bianche per riscattare l'onore
perduto dopo l'8 di settembre. Indossa una divisa di bersagliere, anche
se, come dice sempre "questa divisa, per lo Stato italiano non ha alcun
valore". Ma lui la indossa lo stesso, tutta piena di medaglie al
merito: non per vanagloria, ma per sfida, per testimonianza, per quella
voglia di riscatto che ha animato una lotta pura. Quella divisa,
Corrado, non se l'è mai tolta. Certe cose passano, altre no.
Sull'epitaffio c'è scritto: "Bisogna portare ai vivi che sono morti la
fiaccola dei morti che sono vivi". E' quello che cerchiamo di fare ogni
giorno, con umiltà e dedizione.
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