mercoledì 4 febbraio 2015

Spiami, ti prego...


tratto da Azione Tradizionale

I dipendenti di alcuni uffici di Stoccolma potranno farsi installare sottopelle dei chip elettronici, che li identificheranno all’ingresso ed all’uscita degli uffici. Ciò vuol dire: niente più file per timbrare, per parcheggiare, niente più perdite di tempo. Certo, poi: niente più dignità, niente più dignità e riservatezza. Saranno spiati, controllati, individuati con un semplice click. Mancano davvero le parole per descrivere la stupidità umana, che porta a diventare delle macchine piene di chip elettronici pur di utilizzare le nuove diavolerie tecnologiche. E magari sentirsi alla moda…
(corriere.it) – Macché badge, chiavi o codici di sicurezza: a Stoccolma, in Svezia, i dipendenti entrano in ufficio grazie a un microchip impiantato sottopelle. Un trasmettitore per l’identificazione a radiofrequenza (RFID) grande come un chicco di riso e «iniettato» nella mano. Come funziona? Basta sfiorare la mano vicino ai lettori sparsi qua e là e le porte si spalancano. Di più: è anche possibile azionare la fotocopiatrice o pagare il caffè al bar.
Tra pollice e indice
Succede all’Epicenter di Stoccolma, un grande complesso di uffici che lavora nel settore high tech. Il reporter della Bbc, Rory Cellan-Jones, è andato a vedere come funziona la nuova frontiera della tecnologia indossabile. Per il suo servizio, il giornalista si è fatto innestare sotto la cute un chip Rfid. Un intervento di pochi minuti e quasi indolore (si installa tramite una siringa tra pollice e indice). Ebbene, con una semplice alzata di mano l’impianto permette di aprire le porte d’ingresso, di sicurezza e quelle degli uffici. Ma pure l’ascensore e la fotocopiatrice aziendale. Le possibilità di utilizzo sono numerose: il chip può sbloccare ogni tipo di dispositivo, dal computer allo smartphone fino alla bici. Presto sarà possibile pagare pure il panino o il caffè al bar. Nel complesso nel centro di Stoccolma entreranno a breve circa 700 dipendenti. E a loro verrà chiesto se vogliono o meno essere chippati. Per capirci: il chip in questione è simile a quelli impiantati negli animali domestici.
 Comodità e complotti
«Oggi è tutto un po’ caotico, abbiamo bisogno di PIN e password – non sarebbe più facile toccare tutto semplicemente con una mano», ha spiegato Hannes Sjoblad, a capo della società svedese BioNyfiken, che ha impiantato i chip ai dipendenti dell’Epicenter. Aggiunge: «Vogliamo comprendere a fondo questa tecnologia prima che grandi aziende e governi vengano da noi e ci dicano che tutti dovrebbero essere chippati – il chip dell’ufficio delle imposte, il chip di Google e il chip di Facebook». Al momento pare che non tutte le persone all’interno dell’Epicenter siano entusiaste all’idea di farsi impiantare il microchip. «Assolutamente no», ha detto un giovane dipendente al giornalista della Bbc. Questi strumenti, leggibili a distanza con la tecnica delle radiofrequenze, sono da sempre oggetto di una serie di angosce (riguardo la privacy e la sorveglianza onnipresente) e di tante teorie cospirative che su Internet circolano parecchio.

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