Odiernamente ci troviamo a vivere in un mondo
composto di pregiudizi e di ipocrisia.
In
seguito a questa premessa è opportuno dare una visione d'insieme su ciò che sta
realmente accadendo nei nostri tempi e, in particolar modo, in seguito allo
sviluppo tecnologico che ci permette sempre più di venire a conoscenza di
determinati fenomeni in modo più immediato e in qualsiasi ora del giorno.
Questo processo, di conseguenza, ha portato alla progressiva e continua
diffusione dell'informazione.
Ora mi
viene spontanea una domanda: "si tratta davvero di informazione o forse
quella che si sta riversando tra i popoli è una sorta di disinformazione?"
Forse la
risposta possiamo ottenerla semplicemente guardando la tv, piena di notiziari,
leggendo qualsiasi tipo di quotidiano, accorgendoci alla fine, una sorta di
contraddizione.
Una
persona cosciente che si preoccupa di conoscere il vero sa che deve fare
riferimento ad altre fonti, magari più attendibili rispetto alle notizie
scritte da persone o enti fortemente influenzati dai loro interessi, interessi
che poi rappresentano un ostacolo per la diffusione del "vero".
Se
analizziamo un fenomeno attuale come quello dell'ISIS, possiamo vedere che
l'opinione dei governi mondiali è "apparentemente" univoca, ovvero,
tutti coloro che si trovano dietro il governo definiscono l'ISIS come gruppi
terroristici, cosa al quanto evidente data la criminalità che ci hanno
dimostrato con i loro sgozzamenti e con le loro atrocità.
Ora, se
il mondo intero è davvero contro questi gruppi terrorstici che sono ormai anni
che spargono sangue e terrore nelle "terre dimenticate", come è
possibile che continuano ad aumentare e a diventare sempre più forti? Forse c'
è qualcuno che ammette davanti al suo popolo che è necessario agire in nome
della giustizia, ma sotto sotto sono i primi veri alleati dell'ISIS?
In
realtà il mondo è diviso in due, c'è chi lì appoggia segretamente e chi si
rifiuta e rende noto il suo rifiuto entrando in azione o prendendo decisioni
appropriate.
Ma
perchè aiutare dei pazzi? In realtà queste persone che si arruolano, i quali si
definiscono "islamici" (anche se di fatto non conoscono niente
dell'Islam poichè non si può uccidere in nome di una religione, non esiste un
Dio che permette tutto ciò) sono spinte da uno spirito combattivo che viene
trasmesso loro dai "capi" o da "falsi sceicchi" che in un
modo a noi ancora sconosciuto riescono a fare a queste persone un incredibile
lavaggio del cervello.
Ulteriori
informazioni su questa individui sono disponibili grazie ad alcuni militanti
degli "Hezbullah" o "partito di Dio" che ci hanno lasciato
delle testimonianze sul nemico con cui hanno avuto a che fare sul campo di
battaglia.
La
maggior parte dei governi occidentali, e gli stessi USA, definiscono gli
Hezbullah come terroristi, in fin dei conti la resistenza è sempre stata mal
vista dalle persone che comandano e che detengono il potere, la resistenza può
rappresentare per loro un vero e proprio pericolo se non addirittura un
ostacolo per il raggiungimento dei loro interessi.
Il
partito di Dio rappresenta la resistenza libanese di religione sciita, la quale
si occupa di sconfiggere qualsiasi tipo di intrusione militare nel territorio
libanese, interviene, perciò, sul fronte israeliano in caso di difesa, ma negli
ultimi tempi, i militanti Hezbullah si sono anche spostati a combattere in
Siria dove la stuazione è andata sempre più peggiorando, dalla nascita della
protesta contro il presidente Bashar-Al-Assad fino ai giorni nostri.
Molti
ragazzi degli Hezbullah hanno affermato che quando si trovavano a dover
combattere contro l'Isis, percepivano in loro un'adrenalina spaventosa,
dicevano che quando i militanti del partito di Dio sparavano addosso ai
terroristi, quelli sanguinavano ma continuavano a correre verso di loro come se
non sentissero dolore anche se poi cadevano e morivano.
Si è poi
scoperto che viene data loro un tipo di droga molto forte che gli permette di
non percepire il dolore e di continuare a combattere fino all'ultimo delle loro
forze, ovvero fin quando non cadono a terra dissanguati.
In
realtà, infatti, i terroristi sono ben organizzati dal punto di vista militare
e ciò significa che possiedono dei campi di addestramento che qualcuno mette a
loro disposizione.
Quest'addestramento non può essere avvenuto
nel giro di due o tre anni, ma è ben chiaro ed evidente che era già tutto
programmato.
Droghe,
armi, campi di addestramento, tutto questo richiede grandi somme di denaro,
richiede veri e propri finanziamenti che un solo Stato non è in grado di
sostenere, e ciò può essere considerata una delle tante prove per puntare il
dito contro alcune potenze europe e soprattutto contro l'America.
Ma
perchè creare questo movimento terroristico e far uccidere chissà quanti civili
e provocare paura anche tra gli stessi popoli che senza saperlo sono amici
finanziatori dei terroristi? Per rispondere a questa domanda basta fare un
piccolo salto nella storia:
l’ 11
Settembre del 2001, una data memorabile, nessuno può dimenticarla per l'orrore
che ha provocato, per i morti, per i lutti avvenuti, per i molti bambini
rimasti orfani o di padre o di madre o di entrambi i genitori.
L'attacco alle torri gemelle da parte di
islamici che stranamente quel giorno riuscirono a sorvolare il cielo americano,
un cielo non molto, ma estremamente controllato, non solo, quel giorno prima dell'attentato
molti voli aerei furono ritardati di qualche minuto, come se volessero evitare
che qualcosa andasse storto, come se tutto fosse previsto. Oltretutto gli
autori di questa tragedia furono identificati nonostante fossero andati in
mille pezzi (beh, non si sa mai, forse la loro carta d'identità rimase
intatta). L'importante, però, è che i terroristi fossero islamici e ciò bastò
al governo americano per giustificare la guerra in Afghanistan che fu iniziata
il 7 ottobre 2001 ed è tutt'ora in corso.
L'allora
presidente Usa, George W. Bush giustificò
l'invasione dell'Afghanistan, nell'ambito del discorso sulla guerra al
terrorismo seguito agli attentati dell'11 settembre 2001, con lo scopo di
distruggere al-Qaida e catturare o uccidere Osama Bin Laden.
Il 20
marzo del 2003 la coalizione americana invase l'Iraq perché, come spiegò nel
2003 Bush, l'intento dell'operazione militare era di "disarmare l'Iraq,
liberare i suoi abitanti e difendere il mondo da un serio pericolo anche se nel
frattempo furono uccisi almeno 134 mila civili iracheni, un numero almeno
quattro volte superiore di iracheni in anni di continua instabilità.
In
realtà però non si trattò di una guerra contro il terrorismo o una guerra in
nome della libertà come dissero la maggior parte dei notiziari ma si trattò di
una "guerra del petrolio".
Il
petrolio, una risorsa preziossissima che però sembra quasi stia per esaurirsi,
una risorsa per cui il governo americano non ha risparmiato neanche i suoi
cittadini, quindi figuriamoci se avesse avuto pietà per i non americani.
I Paesi
Arabi hanno immense riserve petrolifere e stranamente vengono sempre presi di
mira e la guerra in questi territori è sempre stata definita "giusta"
.
Alla
base di tutto ciò ci sono quindi questioni di politica, di potere, di denaro.
Ma i soldi sono uno strumento, non un fine. Sono un mezzo per avere quelle
comodità che ci rendono piacevole quest'avventura che è la vita.
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