di Lorenzo Lipparelli (L'Intellettuale Dissidente)
Quello architettato, come sostiene l'ISTAT, “l'aiutino concesso”, non è che un ulteriore doping al già dopato ed ormai esausto cavallo tante volte ricordato da Massimo Fini. Oltre a ingozzare dibattiti sterili, acquisire (per loro uso) informazioni economiche e sociali, e sollevare il PIL di qualche punto percentuale procrastinando per altri mesi-anni l'imminente franata dell'establishment europeo, a poco altro si rende utile l'ennesimo buffonesco tentativo di autoconservazione.
Eccoci. Se alcuni ancora dubitavano, la buffonata del PIL può togliere, oggi, qualsiasi dubbio rimasto. Traffico di droga, prostituzione, e contrabbando di sigarette e alcol dovranno essere inseriti nel conto economico dell’Italia. Ed è quello che l’Istat farà dal prossimo 3 ottobre, attuando le linee guida dell’ l’ufficio statistico della UE. In autunno, infatti, entrerà in vigore in tutta Europa l’ESA 2010 un nuovo sistema di contabilità pubblica destinato ad avere effetti positivi sul valore del prodotto interno lordo di gran parte dei Paesi dell’Unione. L’obiettivo è arrivare a “un’applicazione omogenea degli standard già esistenti”. L’attività illegale invero già da tempo veniva calcolata (come per es. il lavoro nero), tra poco si inizierà solo ad “armonizzarla” nel senso che entrerà propriamente nelle voci del bilancio, assieme ad altre attività come “ricerca e sviluppo”. L’Istat recita: “le nuove regole europee che fanno conteggiare diversamente alcuni aggregati. Tra questi, la parte del leone la fanno le spese in ricerca e sviluppo, ma non c’è un ruolo piccolo anche nelle armi. Pagare un ricercatore o produrre un sottomarino prima era considerato un “costo intermedio”, adesso è un “investimento”, dunque fa PIL.” (regole facenti parte il SEC 2010).
Dunque droghe, armi, e prostitute nei conti pubblici, e l’Istat vince il premio IgNobel, per la ricerca più ‘folle e comica’ in campo economico. Va detto, che ogni pretesto è colto all’estero come buona occasione per deridere l’Italia, infatti, come accennato, il calcolo esteso, oltre ad essere attuato per decisioni europee, sovranazionali, già avveniva da svariati anni sia a livello nazionale (l’Istat per esempio calcola il sommerso economico nel PIL – nel 2008 contribuiva con circa 260 MLD) sia a livello europeo, e anzi in molti paesi oltr’Alpe già si contavano attività illegali o simili. Bisogna inoltre ricordare che ampie parti non verranno ancora calcolate La magia contabile nell’alzare il PIL così biecamente sfacciata costituisce solo un aspetto della faccenda. La realtà è che in un sistema sempre più organizzato e regolarizzato, globalizzato, frenetico, c’è necessità (dall’alto) di avere tutte le informazioni necessarie per muovere le fila da dietro le quinte, come si sa, se questa è l’era del capitalismo, del denaro, del debito, e dei combustibili fossili è certo anche che sia quella dell’informazione. Questa è oggi fondamentale, in tutti i suoi ordini e ambiti. Al riguardo, la struttura europea conta decine e decine di comitati e agenzie fungenti da database di controllo.
Il passaggio dal “legale” “all’illegale” è puramente contabile, economico, freddo: da fuori bilancio a voce di bilancio. Non esistono questioni morali o di etica – queste semmai fungono al mainstream mediatico per ciarlare e ciarlare settimane intere (l’esempio lampante è oggi l’art.18) rincoglionendo tutti coloro i quali ne danno adito – negli Stati nazionali odierni si è solo costretti a eseguire compiti e direttive, e nel tempo libero accaparrarsi la propria fetta, niente di più. A chi proclama in ciò una vittoria, ossia la fine di censure e bigottismi inutili che finalmente faranno emergere situazioni illegali, aumentando addirittura il PIL, c’è ben poco da dire: 1. I dati di chi truffa e di chi paga ben li conoscono chi è autorizzato a conoscerli (infatti dal 2000 al 2012 sono stati accertati – quindi si sa chi e come – 800 MLD di evasione di cui solo 69 effettivamente recepiti); 2. Non sarebbe allora più coerente ed efficacie legalizzarle? La contraddizione è difatti surreale e a poco conta dibatterne – meglio lasciar spazio ai Talk. Infine non esistono, per ora, possibilità di ripresa economica, già lo scorso anno, un documento della Commissione Europea suonava chiaro: andamenti grafici della produzione industriale e della ricchezza dal 2013 al 2023 completamente piatti.
Quello architettato, come sostiene l’ISTAT, “l’aiutino concesso”, non è che un ulteriore doping al già dopato ed ormai esausto cavallo tante volte ricordato da Massimo Fini. Oltre a ingozzare dibattiti sterili, acquisire (per loro uso) informazioni economiche e sociali, e sollevare il PIL di qualche punto percentuale procrastinando per altri mesi-anni l’imminente franata dell’establishment europeo, a poco altro si rende utile l’ennesimo buffonesco tentativo di autoconservazione. Il cambiamento antropologico della società avvenuto riassume in sé ogni diversità, l’immaginario della maggioranza è ormai permeato a pieno nella mentalità Star System assolutizzante gli opposti: apatica e perversa, bigotta e sfacciata insieme; tutto diviene legittimo entrando nel flusso del caos.