lunedì 8 settembre 2014

A cosa serve la nato? A fare le guerre sbagliate...

tratto da EreticaMente.net
Quando, nel lontano 1949, i paesi del Nord America e del­l’Europa Occidentale sotto­scrissero il Patto Atlantico, questo ri­spondeva ad una logica ben precisa: creare un’alleanza militare difensiva per dissuadere l’Unione delle Repub­bliche Socialiste Sovietiche dalla ten­tazione di invadere uno o più Paesi eu­ropei. Nacque così la NATO (Orga­nizzazione del Trattato del Nord Atlantico), struttura militare oggetti­vamente egemonizzata dagli Stati Uniti: i soci minori ‒ tra cui l’Italia ‒ lo sapevano perfettamente, ma accet­tavano questadiminutio a fronte dell’indubbio vantaggio di poter contare su una formidabile struttura di difesa comune.
All’epoca ‒ non v’è dubbio ‒ l’Unione Sovietica rappresentava una minaccia concreta: era guidata dal saldo braccio di Stalin, poteva contare su un’alleanza militare che riuniva le nazioni dell’Europa Orientale ‒ poi consacrata nel Patto di Varsavia ‒ si giovava della solidarietà di forti partiti comunisti, soprattutto in Italia e in Francia. Ai nostri giorni, però, la si­tuazione è totalmente cambiata: l’Unione Sovietica è scomparsa fra i conati dellaperestrojka, il Muro di Berlino si è sbriciolato, il Patto di Var­savia si è dissolto e i partiti comunisti sono stati socialdemocratizzati e gua­dagnati alla causa dei “mercati”.
Dunque, dal 1° luglio 1991(data dello scioglimento del Patto di Varsavia) la NATO ha perduto la sua funzione e la sua stessa ragion d’esse­re. La Federazione Russa, infatti,non coltiva alcun proposito aggressivo, non minaccia nessuno e, come massi­mo della bellicosità, difende dalle ag­gressioni altrui le popolazioni russe che si trovano immediatamente al di là dei propri confini. ieri nell’Ossezia del sud (aggredita dalla Georgia), oggi nel Donbass (aggredito dall’Ukraina). Al riguardo, v’è da tener presente qualche piccolo particolare: sia nel ca­so della Georgia che nel caso del­l’Ukraina, ad indurre gli aggressori a provocare i russi sono sempre stati gli USA; ufficialmente o ufficiosamente, con le minacce dei suoi Presidenti o con i miliardi delle associazioni “fi­lantropiche”, pilotando incredibili “ri­voluzioni colorate” o finanziando rivolte armate per abbattere i poteri le­gittimati dal voto democratico. Stando così le cose, dunque, la NATO doveva essere sciolta ven­t’anni fa. O, in alternativa, doveva es­sere riprogrammata: si doveva, cioè, sostituire una strategia antirussa ora­mai superata con una nuova strategia, volta a fronteggiare un altro potenziale nemico. E non occorreva essere esper­ti in alta strategia per immaginare che il pericolo per la “prima linea” atlan­tica ‒ cioè per l’Europa ‒ sarebbe potuto venire soltanto da sud, da un mondo arabo e mediorientale in gran­de fermento. La Russia non era ‒ e non è oggi ‒ un nemico per l’Europa, ma un prezioso partner economico, ol­tre che un alleato naturale nella lotta contro il fondamentalismo islamico: se dovesse crollare la robusta “diga” antifondamentalista che la Russia di Putin ha eretto nel Caucaso, le conse­guenze per l’Europa sarebbero disa­strose.
Ma, se così fosse stato ‒ se cioè la NATO fosse stata riprogram­mata ‒ si sarebbero dovute riscrivere regole e competenze. I Paesi europei, i Paesi euromediterranei soprattutto, essendo praticamente a contatto con il potenziale aggressore, avrebbero do­vuto assumere un ruolo più incisivo, avrebbero dovuto dettare ‒ loro ‒ la linea da seguire in Libia o in Tunisia, in Siria o in Egitto, avrebbero dovuto decidere ‒ loro ‒ quali erano i paesi amici e quali i paesi da cui potesse giungere una eventuale minaccia.obama
Invece non è stato fatto nulla di tutto questo. Anzi, si è sancito che la NATO è una struttura americana cui i sudditi europei devono obbedienza; una obbedienza, peraltro, piuttosto sa­lata, perché ‒ come ha ammannito il maestro Obama agli scolaretti europei ‒ «la libertà non è gratis».
Quindi, la NATO deve con­tinuare ad osteggiare la Russia, e deve obbligare le nazioni europee ad una politica sanzionistica che non è per lo­ro conveniente, al solo scopo di favo­rire gli interessi commerciali degli Stati Uniti. Quanto al teatro mediterraneo, poi, gli europei dovranno sol­tanto fornire truppe e bombardieri, se­guendo la politica che in quelle zone hanno determinato altri alleati degli Stati Uniti: per la precisione, Israele ed Arabia Saudita.
Così, dal nulla, i soldi di una certa provenienza hanno fatto nascere l’ISIS, uno Stato terroristico che ha il compito di sovvertire gli assetti terri­toriali dell’intero Medio Oriente. Così come si è abbattuto Gheddafi per fa­vorire in Libia gli jahidisti che voglio­no creare un Califfato anche li, a po­che braccia di mare dalle nostre coste. Così come si sta assistendo inerti, in Africa, al tentativo di spingere a sud la frontiera dell’islamismo, utilizzan­do Boko Haram e i rapitori di ragaz­zine. In questa ottica, naturalmen­te, l’ISIS non deve essere distrutto ma soltanto ricondotto entro certi confini, evidentemente stabiliti da Qualcuno. Obama lo ha ammesso candidamente: «La mia priorità è assicurarmi che le posizioni guadagnate dall’ISIS in Iraq siano riportate alla situazione prece­dente.» Avete capito? Le truppe jahi­diste non devono essere bombardate a tappeto, ma soltanto colpite ai fianchi, quel tanto che le costringa a non farsi prendere dall’entusiasmo e a non an­dare a decapitare la gente oltre una certa linea. Una NATO “riprogrammata” avrebbe potuto dire la sua, avrebbe potuto magari suggerire di fronteggia­re la minaccia jahidista. Questa NA­TO, invece, al guinzaglio degli ame­ricani, deve fingere di non accorgersi del grave pericolo che minaccia l’Eu­ropa, e in primo luogo l’Italia. Questa NATO al guinzaglio degli americani deve prepararsi a una “guerra santa” contro la Russia di Putin, al solo scopo di favorire gli interessi petroliferi degli americani e dei loro alleati mediorien­tali.
Intanto, da pochi giorni a questa parte, un primo paese NATO è coinvolto nel conflitto ukraino: si trat­ta del lontano Canada (ma che cacio c’entra?), che ha annunziato l’invio di attrezzature militari di supporto alle forze di Kiev. Certe cose non avven­gono per caso, e nemmeno per un col­po di sole di qualche governante sprovveduto. E ciò, soprattutto, quan­do riguardano un soggetto che “non ci azzecca”. Ma il Canada fa parte della NATO. Qualcuno, evidentemente, la­vora per estendere il conflitto.

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