di Marcello Veneziani
Via dalle scuole francesi, dalle vie e case di Milano, vive in penosa clandestinità
Espulso dalla scuole francesi con provvedimento governativo, sparito
dalle case e le vie di Milano, giusta denuncia del cardinale Scola, Dio
vive in Europa una penosa clandestinità. In Europa è sfrattato e
obliato, in Africa è massacrato, in Medio Oriente è schiacciato dai suoi
concorrenti. È costretto a rifugiarsi in Sud America e nelle periferie
del pianeta. È un po’ curiosa la definizione di ateismo anonimo che ha
dato l’arcivescovo di Milano, come se l’ateismo avesse bisogno di nomi
per farsi riconoscere. Forse sarebbe più rigoroso parlare di ateismo
pratico, ovvero della rimozione di Dio nella vita di ogni giorno, senza
porsi il problema, ma facendolo scivolare nel niente. Non contenti di
questa scomparsa di Dio, i francesi vogliono decretarne pure
l’espulsione pubblica. Ma c’è bisogno, egregio ministro Peillon, di fare
affiggere nelle scuole la Carta della laicità? Non basta la
Costituzione repubblicana, la retorica laicista del 1789, la pratica di
vita che emargina la religione? E se stavolta la Carta serve a disarmare
pure l’islam, non rischia di produrre la reazione opposta, verso
l’integralismo e l’odio verso l’ateismo occidentale? Non è bello imporre
Dio per legge, ma ancor più brutto è dichiararlo fuori legge. Le
religioni sono alle fonti delle civiltà, generano comunità, valori e
carità; un conto è frenare l’intolleranza religiosa e la pretesa di
disporre del mondo in nome di Dio; un’altra è sostituirla con
l’intolleranza laica e l’indifferenza pratica. E ricordatevi: in dubio
pro deo.
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