da Il Secolo d'Italia
Ottanta anni fa Drieu La Rochelle pubblicava con Gallimard Lo strano viaggio (Drole de voyage),
tradotto in Italia da Alfredo Cattabiani nel 1971 e riproposto di
recente dall’editore Passigli. Così Moreno Marchi presenta il romanzo
nel suo Drieu La Rochelle. Una bibliovita (Settimo Sigillo):
«Ecco di nuovo Gille, ancora senza la s finale, Gambier, affascinante
personaggio che nel corso di una vacanza presso alcuni amici conosce
Béatrix, giovane ricca inglese della quale si infatua. La ragazza lo
contraccambia e i genitori si dimostrano favorevoli ad un eventuale
matrimonio tra i due. Intanto la famiglia si trasferisce presso la
propria residenza invernale spagnola, a Grenada, dove Gille, animato dai
migliori propositi, la raggiunge. Una volta lì però, preda
dell’indecisione egli fugge e ritorna a Parigi, riprendendo la sua vita
di cinico, nonchalant donnaiolo. Ma alla fin fine anche
l’adulterio con i suoi conseguenti sotterfugi e sensi di gelosia, lo
disgusta, non gli rivela che l’ennesimo aspetto di una società senza più
valori né credenze, ormai inerme preda della decadenza».
Il romanzo riprende i temi di Fuoco fatuo (1931),
romanzo ispirato alla tragica fine dello scrittore Jacques Rigaut ma
anche affresco di un’epoca tormentata di cui Drieu La Rochelle fu
interprete e cantore. Lo strano viaggio è breve e conciso,
“viaggio dell’indecisione e dello spaesamento” in un mondo che
“decomponendosi decompone”. «Un viaggio – scrive ancora Marchi – già
ambiguo e misterioso nello stesso titolo: drole, ovvero?
Divertente, spassoso? Oppure strano, oppure sfasato?». Un viaggio in
ogni caso «che va senz’altro annoverato tra i più riusciti di Drieu La
Rochelle». Il romanzo è dedicato a Victoria Ocampo, che così descrisse
lo scrittore francese: «La bocca dalle labbra carnose, imbronciate, era
infantile nel sorriso, il viso piuttosto rotondo; le mani lunghe e fini
sembravano fatte per lasciar scivolare tra le dita la preziosa,
sfuggente sabbia della vita e delle passioni, senza alcun tentativo per
trattenerle».
Nessun commento:
Posta un commento