di Arthur Herlin - L'intellettuale Dissidente
Strana atmosfera in Francia. Il Presidente Francois Hollande, a picco
nei sondaggi, sembra essere rinnegato dal popolo. Non passa un giorno
senza che un ministro socialista si faccia fischiare durante un
qualsiasi spostamento. Qual è l’origine di questo marasma? Difficile da
dire, tanto che ogni settore della società è in crisi.
Non sarà sfuggito ai nostri amici italiani sino a che punto il
“matrimonio per tutti” divida i francesi. Centinaia di migliaia di
individui sfilano in piazza ogni mese. Famiglie equilibrate e composte
da persone ordinarie si mobilitano da quasi un semestre. “Brava gente”
come si diceva un tempo, garanti della nostra società da più di 2000
anni. Possiamo legittimamente domandarci in che stato sarebbe la società
se la maggioranza delle famiglie fosse stata omosessuale sin
dall’antichità? Che ci si ponga contro o a favore, era veramente questo
il momento opportuno per crucciare il popolo francese di un simile
cambiamento culturale? Questo matrimonio vale tanto da scindere in due
la società e indebolire ancora il tessuto sociale già magro e perciò
cosi prezioso oggigiorno?
Il nostro governo non è ottuso, e sa che la risposta è negativa.
Persegue il processo di disorientamento delle popolazioni. Condizione
indispensabile per applicare quei rimedi che rifiuterebbero se fossero
coscienti. Bisogna dire che la base francese è scombussolata da decenni,
tramite riforme di ogni tipo (università, ministeri, ospedali,
pensioni, etc…). Non è nuovo, sembra il trattamento dell’elettrochoc
applicato ai pazienti attinti da una psicopatologia. Lo psicopatico
essendo spesso un individuo che rifiuta la sottomissione.
Si aggiunge alle riforme una dose massiccia di violenza tramite gli
interventi militari più insensati gli uni degli altri: Serbia, Iraq,
Afghanistan, Libia e adesso Siria e Mali. Il tutto decorato da una
minaccia terrorista costante e ambigua. (cf: Mérah, che dopo aver
viaggiato in Israele, uccide dei soldati francesi d’origine araba, poi
dei bambini ebrei – storia assurda, inchiesta incoerente – fine spedita,
morte di Merah). In un contesto simile, la famiglia resta l’ultimo
rifugio per preservare un minimo di armonia nella società. E
attaccandosi al matrimonio, il sistema vuole rendere gli individui più
vulnerabili… e così più malleabili.
Il governo francese si attacca alle questioni sociali mentre l’Unione
Europea si impone su questioni di ordine tecnico: permettendo alle
industrie (articolo 63 del TFUE) di delocalizzare indefinitamente nei
Paesi del Terzo Mondo, la Francia perde 800 posti di lavoro ed
un’industria ogni giorno. Con la PAC, siamo passati da 3 milioni di
agricoltori a 400 000.
Il riscontro è allarmante, allo stesso modo, per la Difesa. Il nostro
esercito assomiglia a quello che avevamo nel 1939: abbiamo attualmente
più di 5000 generali quando non ce ne servirebbero che 250: questo
eccesso costa una fortuna allo Stato posto che i bilanci sono ridotti.
In parallelo certi problemi informatici impossibilitano migliaia di
militari di percepire il loro salario. Questo triste riepilogo spiega il
morale disastroso dell’armata francese appurato recentemente da una
commissione pubblica.
L’atmosfera in Francia è particolare: numerosi sono gli specialisti che
sollevano questi problemi, ma una parte coerente della popolazione resta
cullata dalle illusione. Bisognerebbe dire che l’industria
dell’intrattenimento è al suo apice. Media e spettacolo aggiungono del
non senso ad una situazione già insensata. I risultati sono congruenti:
la società francese è in una situazione di asfissia che impedisce di
reagire in modo adatto. Benché il dibattito sia vivo in determinati
contesti, i cittadini francesi sono incapaci di mostrarsi all’altezza
della loro reputazione di “révoltés”.
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