di Francesco Marotta (destra.it)
Barack Obama si
trova a Lough Erne in Irlanda del Nord. L’accordo tra USA e UE, unisce
disordinatamente la tavola rotonda dei potenti. Di che accordo si
tratta? Libero scambio. Ci fa capire come non sia sufficiente leggere
approssimativamente i lavori del G8 in Irlanda, come una scampagnata
leggera dei grandi della terra. E’ l’occasione per il primo appuntamento
tra Letta e Obama e, quella dichiarazione di intenti, miscelata ad un
pretesto burocratico, che unisce l’Europa debilitata dal ballo del
Can-can globale a quel espediente primordiale dell’interesse. E bene sì,
sul lungo periodo il rapporto dei nipoti di Trotsky (Letta governa) con
l’orientamento cosmopolita e con l’istruzione “neo-egemonista”
statunitense, è lampante. L’espansionismo colonialista necessita una
volta per tutte la testa del vecchio continente? Obliquamente alle
istituzioni politiche e giuridiche internazionali si possono ottenere
risultati. Il libero scambio, non è altro che una forma di influsso
planetario di cui la politica statunitense e, l’economia preponderante,
una volta quella occidentale, si alimentano supportando la
globalizzazione.
Da leggersi come la
deregolamentazione dell’economia europea e dei suoi stati membri, in
scala maggiore, dalla limpidezza nitida anche ai pochi di vista corta
che si assillano giurando il contrario: l’ingresso agli investimenti
americani, l’impatto già visto con lo smantellamento delle
“nazionalizzate” agli investimenti in suolo europeo, italiano, affidati
alla “the Holy trinity of American Barbecue”. Carne da macello per
rimpinguare il riassetto a stelle e strisce dopo aver donato all’Europa
l’affossamento del sistema, dell’unità dei suoi stati e delle sue genti,
grazie alle sue banche d’affari. Letta ha similitudini vicine al
presidente di Cipro che andò in televisione a spiegare ai suoi
connazionali, come furono espropriati della sovranità nazionale, grazie,
al “nuovo” unilateralismo? Macché. In concomitanza con il presidente
della commissione UE, Jose Manuel Barroso, ha dato il via alle formalità
e alla strategia compiuta dello standard globale.
Stupirsi ancora? Ci
ha pensato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy:
“dobbiamo mobilitare tutti i mezzi possibili per combattere la
disoccupazione anche perché l’anno prossimo avremo una crescita che però
non sarà abbastanza per contrastare l’emergenza lavoro”. L’ennesima
riprova degli equilibri e delle emanazioni dirette e
quell’obbligatorietà della crescita intramontabile, dove, però, di
rigore si muore e l’austerità pressante, sulle retribuzioni e sul potere
d’acquisto, rendono minore le entrate fiscali. Favorendo l’annullamento
industriale sulle località, le regioni, per favorirne alacremente le
delocalizzazioni su scala nazionale? Sediamoci un attimo. Il girotondo
più grande del mondo, il budget solidamente strutturato e, la dottrina
della crescita, esulano dal diritto degli stati e di un continente?
Nell’assenza di un criterio politico e comunitario efficace, quando non
c’e’ da legittimare la politica altrui valida per tutti ma, quella delle
consuetudini e delle culture traboccanti di potenza, d’ingegno che
dovrebbero essere in grado di attraversare quel limite che è la
mondializzazione.
L’economia e il
libero mercato non aprono solo le porte chiuse del G8, sconfinando nel
terreno fertile della crisi siriana. Letta incontrerà Vladimir Putin:
partendo dalla netta contrapposizione tra il Cremlino e il
rappresentante di Palazzo Chigi sugli approvvigionamenti dell’arsenale
dei ribelli siriani, rimpinguato dai britannici dei “popoli liberi”,
allineati neppure a dirlo, con le impellenze americane. Un duro banco di
prova per il Presidente del Consiglio dei Ministri, forte
dell’intrepida Emma Bonino; un incontro da trionfatori con il risveglio
“dell’Orso russo”, reinvestendo sull’antico adagio: il luogo dove
prolifica il consumo, le mancate relazioni, le discrepanze sociali e la
malevolenza, è estendibile anche in Siria ? La città di Hamoukar,
l’antica città siriana a 10 chilometri al confine con l’Iraq, vide 3500
anni la battaglia e l’assedio più antichi della Storia. Attualmente di
diversa natura sono le prospettive italiane ed europee? Cedere il passo
definitivamente è come cancellare la personificazione impressa nella
notte dei tempi.
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