Cinquecentonovantasei:
è il numero delle coppie gay che hanno deciso di sposarsi in Francia
dopo la legge che ha lacerato il Paese e la classe politica per mesi. E’
l’1% del totale dei matrimoni celebrati e il 5% dei Pacs che furono
pronunciati nei primi 30 giorni dall’approvazione della legge sulle
unioni civili nel 1999. Un mezzo flop.
Quanto
basta per far entrare la Francia nel consesso delle nazioni – una
quindicina – che hanno aperto ai matrimoni fra persone dello stesso
sesso. Di certo, la spettacolarizzazione dei primi giorni è lontana,
adesso i gay di Francia si sposano in assoluta normalità e pretendono la
discrezione e la privacy che sono diritto di tutte le coppie. Sono le
50 maggiori città francesi, quelle che ospitano il 10% della popolazione
– a essere state teatro dei matrimoni gay di questi primi tre mesi dopo
l’approvazione della legge, in maggio.
Le
prime nozze gay, trasmesse in diretta tv e meta di migliaia di inviati
arrivati da tutto il mondo, furono celebrate a fine maggio a
Montpellier, nel sud, ma a fare la parte del leone è stata ovviamente
Parigi, con 241 matrimoni. Seguono Nizza con 37 – dove il sindaco di
destra Christian Estrosi non si rallegra per il secondo posto ma fa buon
viso a cattivo gioco – Tolosa (28) e Lione (23). Quando furono
approvati i Pacs, 14 anni fa, ci fu nel primo mese un’esplosione di
oltre 1.000 celebrazioni per quelle che furono definite “unioni gay”
anche se potevano ovviamente riguardare anche eterosessuali. Alla fine
dell’anno se ne contarono quasi 10.000. In Spagna, nel primo anno di
legge furono 4.500 i matrimoni fra omosessuali.
In
Francia, invece, nel paese dove più aspra è stata la battaglia per
l’approvazione della legge, non si prevede afflusso di richieste neppure
per il rientro dalle vacanze. Notizie non confermate parlano di un
migliaio di domande di nozze gay presentate in vari municipi francesi e
in attesa del vaglio delle autorità. Potrebbero essere celebrate entro
la fine dell’anno. Secondo alcune associazioni, molti omosessuali
aspettano l’anno prossimo per fare il grande passo del matrimonio,
temendo ancora di poter subire la mediatizzazione delle prime nozze gay.
Magari
semplicemente a causa di un sindaco che rifiuta di celebrare il
matrimonio, come avvenuto ancora la settimana scorsa nel sud del Paese
dove una coppia di donne si è vista chiudere in faccia la porta del
municipio. Motivo: “obiezione di coscienza” da parte del sindaco, una
donna della Ligue du Sud, ex Fronte nazionale.
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