Come ogni anno,
l'11 di agosto, porteremo un fiore sulla tomba dei caduti della Repubblica Sociale Italiana, al sacrario di Trespiano. Lo faremo nel
giorno della "liberazione" di Firenze, per rendere simbolicamente
omaggio a chi, fino all'ultimo respiro, ebbe il coraggio di opporsi
all'invasione anglo-americana. Lo faremo in silenzio, senza simboli
politici, perchè riteniamo quel sacrificio, dimenticato e oltraggiato da
decenni di menzogne e di calunnie, appartenga alla storia di tutto il
nostro Popolo.
E, come ogni anno,
riportiamo in calce il brano di Malaparte, tratto da "La Pelle", nel
quale si racconta della fucilazione di alcuni ragazzi sul sagrato della
chiesa di Santa Maria Novella. Un episodio taciuto dalle cronache
storiche, ma assolutamente vero e non privo di spunti di riflessione...
Domenica 11 agosto l'appuntamento è alle ore 11 al cimitero di Trespiano. Esserci, nonostante la stagione, sarà un atto di memoria, di condivisione e di identità.
DA "LA PELLE" DI CURZIO MALAPARTE:
I ragazzi seduti
sui gradini di S. Maria Novella, la piccola folla di curiosi raccolta
intorno all’obelisco, l’ufficiale partigiano a cavalcioni dello sgabello
ai piedi della scalinata della chiesa, coi gomiti appoggiati sul
tavolino di ferro preso a qualche caffè della piazza,la squadra di
giovani partigiani della divisione comunista “Potente", armati di mitra e
allineati sul sagrato davanti ai cadaveri distesi alla rinfusa l’uno
sull’altro, parevano dipinti da Masaccio nell’intonaco dell’aria grigia.
Illuminati a picco dalla luce di gesso sporco che cadeva dal cielo
nuvoloso, tutti tacevano, immoti, il viso rivolto tutti dalla stessa
parte. Un filo di sangue colava giù per gli scalini di marmo.
I fascisti seduti
sulla gradinata della chiesa erano ragazzi di quindici o sedici anni,
dai capelli liberi sulla fronte alta, gli occhi neri e vivi nel lungo
volto pallido. Il più giovane, vestito di una maglia nera e di un paio
di calzoni corti, che gli lasciavano nude le gambe dagli stinchi magri,
era quasi un bambino.
C’era anche una
ragazza fra loro: giovanissima, nera d’occhi, e dai capelli, sciolti
sulle spalle, di quel biondo scuro che s’incontra spesso in Toscana fra
le donne del popolo, sedeva col viso riverso, mirando le nuvole d’estate
sui tetti di Firenze lustri di pioggia, quel cielo pesante e gessoso, e
qua e là screpolato, simile ai cieli del Masaccio negli affreschi del
Carmine.
Quando avemmo udito
gli spari, eravamo a metà via della Scala, presso gli Orti Oricellari.
Sboccati sulla piazza, eravamo andati a fermarci ai piedi della
gradinata di Santa Maria Novella, alle spalle dell’ufficiale partigiano
seduto davanti al tavolino di ferro.
Al cigolio dei
freni delle due jeep, l’ufficiale non si mosse, non si voltò. Ma dopo un
istante tese il dito verso uno di quei ragazzi, e disse:
- Tocca a te. Come ti chiami?
- Oggi tocca a me - disse il ragazzo alzandosi - ma un giorno o l'altro toccherà a lei.
- Come ti chiami ?
- Mi chiamo come mi pare... - O che gli rispondi a fare a quel muso di bischero, gli disse un suo compagno seduto accanto a lui.
- Gli rispondo per
insegnargli l'educazione, a quel coso - rispose il ragazzo, asciugandosi
col dorso della mano la fronte madida di sudore. Era pallido, e gli
tremavano le labbra. Ma rideva, con aria spavalda guardando fisso
l'ufficiale partigiano.
A un tratto i ragazzi presero a parlar fra loro ridendo.
Parlavano con l'accento popolano di San Frediano, di Santa Croce, di Palazzolo.
L’ufficiale partigiano alzò la testa e disse:
- Fa presto. Non mi far perdere tempo. Tocca a te.
- Se gli è per non
farle perdere tempo - disse il ragazzo con voce di scherno - mi sbrigo
subito - E scavalcati i compagni andò a mettersi davanti ai partigiani
armati di mitra, accanto al mucchio di cadaveri, proprio in mezzo alla
pozza di sangue che si allargava sul pavimento di marmo del sagrato.
- Bada di non sporcarti le scarpe ! - gli gridò uno dei suoi compagni, e tutti si misero a ridere.
- Jack e io saltammo giù dalla jeep.
- Stop! - urlò Jack.
Ma in quell’istante il ragazzo gridò: - Viva Mussolini ! - e cadde crivellato di colpi .
Nessun commento:
Posta un commento