sabato 13 luglio 2013

Gela: settanta anni dopo Husky la strage alleata dimenticata...


gela 
 di Marco Petrelli (Barbadillo.it)

A Gela è stata realizzata una coreografia quasi hollywoodiana per ricordare i 70 anni di Husky, lo sbarco anglo americano a Gela e Licata del 10 Luglio 1943.

Ma da quell’angolo di Sicilia torna alla ribalta anche la vicenda triste e
meno nota della della strage di Passo Piazza che costò la vita a 8 carabinieri.
Un crimine di guerra per decine d’anni rimasto avvolto dalla nebbia della
storia ma che ritrova luce grazie a Fabrizio Carloni, ricercatore e giornalista
napoletano (già autore di saggi sulle operazioni alleate in Italia) che è
riuscito a ritrovare un sopravvissuto, Antonio Cianci all’epoca della strage
21 enne carabiniere in servizio in Sicilia.
“Ero sul tetto del casolare – racconta Cianci – e vidi arrivare degli uomini.
Erano le sei, sette del mattino (…) avevo l’ordine, nel dubbio, di sparare,
mirai ad uno e lo uccisi”.
La reazione alleata è durissima. Forse convinti che il nemico sia in gran
numero, i paracadutisti segnalano le coordinate alla flotta che scatena un
inferno. Ancora Cianci: “il vice brigadiere, dopo una coraggiosa resistenza, ci
ordinò di stendere le tovaglie bianche”.
I carabinieri si arrendono ed escono con le mani alzate sotto il tiro dei
Thompson, ma un rumore improvviso fa di nuovo crepitare le automatiche.
Rumori di contadini dai campi, agricoltori oggi anziani che hanno raccontato
a Carloni di “tre carabinieri denudati e massacrati di botte, uno è finito nel
pozzo”.
Cianci finirà invece la guerra in Algeria da prigionieri, dopo tre giorni
trascorsi all’addiaccio.
Il sopravvissuto e lo storico hanno di recente scritto una lettera al
Presidente della Repubblica affinché i morti di Passo Piazza non vengano
dimenticati.

Un evento orribile che forse a Gela in pochi conoscono, malgrado sia simile
in modalità e contemporaneo ad un altro crimine costato 88 morti tra
italiani e tedeschi, la strage dell’aeroporto di Biscari commessa dalla 45^
Divisione di fanteria USA.

*** I libri di Fabrizio Carloni

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