tratto da Barbadillo.it
Precario oggi? Povero (e senza pensione) domani.
Lo ha spiegato l’Ocse che ha indicato come in Italia, «l’adeguatezza
dei redditi pensionistici potrà essere un problema» per le generazioni
future. Riguarderà tutti? No. Sono «i lavoratori con carriere
intermittenti, lavori precari e mal retribuiti quelli più vulnerabili al
rischio di povertà durante la vecchiaia».
Sotto accusa dell’organismo internazionale il “metodo contributivo”
e l’assenza di pensioni sociali. Questo perché – è chiaro – senza
regolarità nei contratti di assunzione e con un sommerso che dilaga in
mancanza di una detassazione sul lavoro il rischio concreto è che
un’intera generazione non solo non arrivi ad ottenere la pensione ma che
il rischio indigenza in vecchiaia sia direttamente proporzionale al
tasso di precariato “giovanile”.
La riforma delle pensioni attuata dal governo tecnico con il ministro Fornero
– già bocciata per il caos esodati – non basta. «Le politiche per
promuovere l’occupazione e l’occupabilità e per migliorare la capacità
degli individui ad avere carriere più lunghe sono essenziali», ha
sottolineato l’organizzazione, ricordando che «l’aumento dell’età
pensionabile non è sufficiente per garantire che le persone rimangano
sul mercato del lavoro».
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