di Renato Berio (Secolo d'Italia)
Il giorno dopo il suicidio eclatante di Dominique Venner la cattedrale
di Notre Dame è stata oggetto di un’altra azione dimostrativa, questa
volta senza epilogo drammatico ma dai toni decisamente dissacranti, da
parte di un’attivista del gruppo Femen che è entrata nella chiesa, ha
tirato fuori una pistola giocattolo e si è fatta fotografare simulando
di suicidarsi con un colpo in bocca. Sul seno nudo la giovane aveva la
scritta in inglese: “May fascism rest in hell”, “che il fascismo riposi
all’inferno”.
L’azione è durata appena qualche minuto, alcuni degli stranieri presenti
in Notre Dame hanno urlato all’attivista di Femen di vergognarsi.
Un’azione di esibizionismo estremista che ha voluto in qualche modo
“pareggiare il conto” con il gesto dimostrativo di Venner, la cui
lettera-testamento al di là del comportamento dei media sta facendo
discutere. “Sono sano e amo la vita – ha scritto Venner – ma ritengo
necessario sacrificarmi per rompere la letargia che ci sopraffà… Mi do
la morte per risvegliare le coscienze addormentate… Insorgo contro i
veleni dell’anima… Mentre tanti uomini si fanno schiavi della loro vita,
il mio gesto incarna un’etica della volontà”.
Non l’estrema scelta di un anziano depresso, dunque, ma un consapevole
atto di ribellione. Un atto, dice Venner, “fondativo”, o meglio
rifondativo di valori ormai troppo “liquidi”. Parole, al di là di come
la si pensi, che restituiscono da un lato la statura di uno scrittore i
cui saggi ricevevano premi dall’Accademia di Francia (come quello sulla
guerra civile russa) e dall’altro il livello macchiettistico delle
dimostrazioni delle Femen. Queste ultime, del resto, sono solo pose
utili a far scattare qualche foto. Differente è approfondire con onestà
intellettuale il messaggio che Venner ha lanciato alle coscienze. La
stampa però, almeno quella italiana, non ci si prova neppure relegando
il gesto di Venner dentro il rassicurante recinto dell’azione di
protesta di un uomo di estrema destra. Un’azione che non merita commenti
ma solo condanne.
E La Stampa oggi sceglie di far commentare il suicidio di Notre Dame
dal primo uomo che sposerà un altro uomo nella storia della Francia. Si
chiama Vincent e dice di provare compassione per Dominique Venner: “Era
evidentemente molto infelice”. Il 29 si sposerà nel salone delle feste
del Comune di Montpellier. Grande cerimonia, decine di giornalisti. La
cronaca dell’evento oscurerà la storia del vecchio scrittore europeista
che si dà la morte e renderà opache le ultime parole di Venner, che
restano comunque un disperato e chiaro atto di testimonianza per i
valori di una tradizione ideale sempre più flebile: “Insorgo contro gli
invasivi desideri individuali che distruggono i nostri ancoraggi
identitari e in particolare la famiglia, nucleo intimo della nostra
civiltà millenaria…”.
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