di Romana Fabiani
È duro il bilancio
del day after la massiccia manifestazione parigina contro le nozze e le
adozioni gay. Quasi 300 persone sono state fermate per gli scontri con
la polizia a margine de le Manif pour tous, 231 sono a rischio di
arresto.
È la prima notizia
de Le Figaro corredata di video degli scontri che hanno prodotto 36
feriti, tra cui 34 poliziotti. La violenza di alcune frange che hanno
rovinato la marcia di un milione di francesi è esplosa in tarda serata
davanti alla spianata de Les Invalides. Il ministro dell’Interno,
Manuel Valls, ha condannato gli incidenti provocati – ha detto – «da
estremisti di destra».
Al grido di
“Hollande, dimissioni”, “esplode tutto, esplode tutto”, “dittatura
socialista”, non hanno seguito gli ordini di sciogliere la
manifestazione: i poliziotti hanno risposto con fumogeni e lancio di
lacrimogeni e un fotografo è stato leggermente ferito. Un grande
striscione con scritto “Hollande, démission” ha fatto mostra di sé per
alcune ore davanti alla sede del Partito socialista. Su Twitter, Damien
Rieu, portavoce del movimento Generazione identitaria, ha postato molte
foto della terrazza socialista “occupata”. Per quest’ultimo
appuntamento, dopo la lunga crociata contro la legge firmata dal
presidente socialista, erano in tantissimi, più vicini al milione
dichiarato dagli organizzatori che ai 150.000 stimati dalla polizia.
Tre i cortei
partiti da punti diversi di Parigi, che si sono ritrovati al centro
della città, più alcune centinaia di Civitas, l’organizzazione dei
cattolici più integralisti che sfilava da sola. La stampa ormai parla
del più grande movimento sociale che la Francia abbia conosciuto dal
’68. Ma Hollande non sembra preoccuparsi troppo e, a detta anche dei
suoi sostenitori, non sta gestendo la rivolta montante con sufficiente
attenzione. Le proteste (che provengono non solo dai settori più
conservatori dell’opinione pubblica) hanno rallentato l’iter legislativo
ma non impedito l’approvazione di uno dei provvedimenti più contestati
degli ultimi 30 anni. Ora la Francia è il nono paese in Europa ad
adottare la legalizzare del matrimonio omosessuale. Le prime nozze gay,
destinate a suscitare un vespaio di polemiche, sarà celebrato il
prossimo 29 maggio a Montpellier, nel sud della Francia.
Più delicata la
questione dell’adozione. La legge lascia in sospeso questioni
fondamentali in materia di diritti della famiglia: non garantisce, in
automatico, diritti di co-genitorialità per le coppie omosessuali unite
civilmente, né consente l’accesso alla procreazione medicalmente
assistita o la fecondazione in vitro per le coppie lesbiche.
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