di Felice Lecciso (barbadillo.it)
Vogliono
fortissimamente intitolare l’ Università di Lecce a Giuseppe Codacci
Pisanelli? Ebbene lo facciano! Una pura e perfetta scelta glocal in un
mondo pseudo global. Una scelta legittima e non ne parliamo più.
Superato questo scoglio merita tuttavia puntualizzare alcune cose. La
mia frequentazione decennale con Maria Luisa Bene, come avvocato e come
amico, mi ha consentito di apprendere molto sul Maestro e tra le cose
che ho appreso vi è che Egli rifiutò la cittadinanza onoraria di Otranto
solo poiché propostagli non all’unanimità. Figuriamoci se oggi il
Maestro accetterebbe una intitolazione frutto di un eventuale
“ripensamento”.
Ve lo immaginate?
“Scusi tanto ci eravamo dimenticati di Lei …”. Carmelo Bene è un genio
riconosciuto dalla Russia all’Australia, ha una dimensione ed una fama
internazionale del tutto ignota ai suoi conterranei , non merita quindi
di essere “ridotto” a “concorrere” , tra polemiche a tratti triviali,
per una targa . Su quella targa, su quella carta intestata, tanto nome
non ci sta, è troppo grande. E si badi bene, io non recrimino anzi lo
comprendo: Carmelo Bene non si attaglia alle esigenze locali. Carmelo
Bene, rispetto alla nostra realtà (invero miserella sul piano culturale)
è un elemento “osceno” nel senso letterale del termine greco antico,
che come Egli stesso amava spiegare, significa “fuori dalla scena”
(intesa come scena teatrale). Non è popolare perché non è volgare e non è
volgare perché non è popolare. Insomma non passa in TV e richiede l’uso
del cervello. Intitolare l’Università del Salento a Carmelo Bene non si
può dovendo prevalere quelle rispettabilissime motivazioni che con il
suo consueto affilatissimo rasoio verbale il mio stimatissimo amico
Prof. Francesco Paolo Raimondi definisce “assai più riduttive e di
carattere localistico e provincialistico”. Del resto, Caro Raimondi, se
il “suo” Vanini è certamente mortificato dalla indegna dedica di una via
secondaria in Lecce , si immagini il “mio” Carmelo Bene se vedesse che
hanno ben pensato di intitolare a suo nome l’ex “foro boario”, vulgo
campo vaccino, ovvero l’ex mercato delle vacche ed odierno parcheggio
delle corriere.
Non possono
intitolare a Carmelo Bene l’Università, non dopo che un luogo dell’anima
e della cultura, un pezzo di carne viva del Maestro, la Casa di Santa
Cesarea Terme, è stata svenduta all’asta dal Tribunale, nel silenzio e
nell’ignavia di chi poteva e doveva intervenire, per diventare un
anonimo luogo di anonime vacanze al mare. Non dopo che con il triplo dei
soldi occorrenti per salvare quella casa, nel decennale della morte,
sono stati organizzati e finanziati ludi verbali e forse cartacei, sotto
forma di evanescenti fiere della vanità, che hanno lasciato un segno
indelebile quanto il rilascio di un gabbiano contro le onde del mare. Ce
ne siamo fatti una ragione.
Questa Università
intitolatela a chi volete: Codacci Pisanelli? Va benissimo! Però una
preghiera a mani giunte: astenetevi dal prendere ulteriori iniziative
sul Maestro. Sento parlare di intitolare a Carmelo Bene qualche vecchio
cinema dismesso. Che orrore! Di questo passo non mi stupirei di venire a
sapere di imminenti inaugurazioni in pompa magna di statue equestri del
Maestro nel parcheggio di qualche centro commerciale tra palloncini ed
offerte promozionali. Lasciate stare! Dimenticatelo! (absit iniuria
verbis credo Vi riesca senza sforzo).
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